30 dicembre 2006

"Avrei mangiato tutto ieri..."

Una notte ti porterò
nel mio regno vicino al mare
dove sta solo io lo so
tu lascia fare

Ninna nanna ninna nanna
ninna nanna per noi due
Ninna nanna ninna nanna
le mie gambe tra le tue
potrei berti un cielo azzurro
quando è l’ora del caffè
sotto un sole da ramarro
non avendo pane e burro
tu potrai mangiare me
oh oh oh…

24 dicembre 2006

14 dicembre 2006

ANDARE A NASO

in attesa della fatidica cena tradizionale pseudo-cenone natalizio dato che natale con i tuoi...
oggi sono un'eruzione vulcanica una colata lavica di parole e la voce e le dita non stanno dietro ai pensieri e i pensieri frizzano come i granuli di brioschi appena toccano l'acqua e così sul palato e nel naso sento le bollicine impazzite solleticarmi anfratti che non sapevo di avere
Nasi
Storie di nasi che si cercano
Ho indagato perlustrato scoperto considerato con la punta del mio naso ruvidità e liscezze di un sorriso se possibile si sentono perfino le lentiggini ed i colori le ciglia ed il disegno delle sopracciglia e la gommosità dei lobi delle orecchie sempre tutto col naso meraviglioso perfetto strumento d'indagine
Tremare di freddo o forse no
Smettere finalmente fatalmente di parlare con la voce ed iniziare a parlare con i nasi avvicinarsi avvicinarsi oltremodo sentirsi annusarsi abbattere convenzioni sociali ridicole per cui solo i gatti possono fare le fusa allargare le pupille e mordersi o piantare ad intermittenza le unghie dolcemente sulle maglie di lana
Storie di memoria a breve termine di oddio dove siamo di davvero te l'ho già detto di davvero lo vuoi sapere di ma che domande sono
Inquietante ventriloquio con la Cosa che dopo averlo ucciso uscendo stile alien dalla sua pancia viene a dormire da me figuriamoci io che ho paura del buio dormire accanto a un gargoyle ma ti rendi conto che se lo racconti nessuno ti crederà mai
E il paradosso è che tra poco ho un esame tra poco nel senso ore minuti forse vorrei poter raccontare del libero arbitrio delle favole per bambini e di foto scattate da spettri buoni di elfi e cavalieri draghi e incantesimi di labirinti bui di come può succedere di svegliarsi sdraiati sul soffitto di >equilibrio ed esagoni gialli
La tua rana è veramente una rana sfig...

01 dicembre 2006

scie di riflessi

Non ho percezione di me, nè del tempo.
AION, il tempo circolare degli eventi che si ripetono. E non ho imparato ad imparare dai miei sbagli.
La giostra gira con curve sempre più ampie che danno l'illusione di lasciarsi alle spalle la strada percorsa, invece, se ben osservo, mi ritrovo ancora qui. E' cambiato qualcosa ma riconosco ancora tutto e in fondo sento che tutto ancora mi appartiene.
E' il grande teatro di me: sullo sfondo le esplosioni di tramonti, cumuli di nuvole come torri all'orizzonte e montagne che si specchiano nel lago, assorte. Poi ci sono le strade, i binari, e le vie di luci colorate delle mie notti, le coppie abbracciate di pini marini in mezzo all'autostrada e le scie di riflessi sull'acqua.
Coordinate che non portano da nessuna parte. Ovunque vada, trovo pezzi di me.

A Cordenons pensavo ad Italo Svevo, ad un sentirsi di nessun posto.
Una ragazza bionda con le mani cadaveriche è entrata al BierAngel con un sorriso enorme, che tirava la pelle del viso quasi a spaccarsi. Si rivolgeva al tizio dietro al bancone in inglese e lui le rispondeva in italiano. La conversazione è durata un po', così. Come a Babele. Si capivano entrambi perfettamente ma ognuno restava sulla sua sponda del Piave.
Pieno di americani. Colossi di unomini rasati, marine americani; grasse donne malvestite, mogli americane; nugoli di bambini urlanti, prole americana. Almeno loro, i bambini, hanno detto "ciao".
Sono abituati gli uni agli altri; si sfruttano a vicenda, così che non si capiva chi non fosse a casa propria. Anche il listino del locale bavarese in Italia era scritto in americano.
"Qui non c'è niente, c'è solo la base. Io lavoro alla base, poi vengo qui. E qui vengono anche gli americani della base..."
Straniante, davvero.
Andrea appena arriviamo accoglie Paolo con una manata sulla spalla che lo sposta di mezzo metro. E' un omone sorridente, ma un sorriso triste. Sembra un altro Babbo Natale, ma irlandese, con una folta barba rossa e la pancia da Buddha.
"Qui siamo soli." Poi mi mette le sue manonesulle guance. Grosse mani calde e morbide; io sorrido e strizzo gli occhi, che fa? penso, sento la barba fulva appoggiarsi energicamente prima a destra e poi a sinistra e, mentre sto riaprendo gli occhi, the third kiss, proprio in mezzo alla fronte. Ho riso, col cuore. Nessuno mai ha salutato una sconosciuta così. Lui non era divertito, non si stava bullando. Era solo felice di vederci lassù e mi guardava con un gran sorriso triste.

Giovedì: irrequietezze.
Come una segugia inesperta seguo tutte le piste, ma la sera non ho selvaggina per cena e vado a letto col solito Mann.
Forse questa casa è troppo piena di me. Satura. Anche quando non ci sono, questa casa sono io. Si legge ovunque... E così tanta me deve averlo terrorizzato. Forse è meglio così. Lui è più saggio di me, lo è sempre stato. Se controllare i pensieri e dividerli in forme geometriche è saggezza. Io sono un fiume senza argini e posso permettermi di dire tutto quello che penso. Farmi del male non è più un rischio che mi spaventa. Così mi andava di chiudere il mondo fuori dalla porta e di vivere Ora. Senza IERI e senza DOMANI. Ma non si può, dice. Le consegnuenze... Causa/effetto...
Io sono una poesia, lui un algoritmo. Continueremo a stare ciascuno sulla sua sponda del fiume, fermi nelle nostre posizioni, senza volerci avvicinare. Come il dialogo italo/americano.

E poi c'era il Savonarola, col suo furgone da hippie parcheggiato davanti al Cambridge. Ci ha appeso una locandina rubata in qualche edicola con scritto: "madre denuncia figlio che coltiva marijuana". Si è aggirato nervosamente davanti la Frinzi e poi ha attaccato col suo comizio:
Studiate! Studiate! Studiate! Studiate! Studiate!
Voi studiate come uccidere la natura!
Voi studiate come rubare i soldi!
Voi studiate come ottenere il potere!
Voi studiate come impugnare le leggi!
Dovreste essere uomini affilati come lame, invece siete dei coglioni!

Lo ascoltavo ammirata, fumando una Winston al balcone. Ho chiamato la Vale e le ho detto: "Nella sua follia dice enormi verità. Pensaci." Anche il Battista era uno sballinato. Ma era un profeta.
Quasi quasi mollo tutto e lo seguo.