26 aprile 2008

Arsenico e vecchi merletti

Mi sento una cacca. Mi sono comportata malissimo con gli amici perchè c'era l'olandese matto coi tic che mi si avvicinava troppo. Poi c'era Erwin ubriaco... a me non piacciono questo tipo di amici che si ubriacano. Mi scoprono e mi fanno sentire tanto più insicura quanto mi danno sicurezza da sobri. Come con Daniel: io non ce la facevo a vederlo in quello stato. Più sono persone che mi assomigliano e mi piacciono più io mi schifo a vederli ubriachi. Forse ero solo ipersobria. Non è un giudizio che do, non mi permetterei, solo la constatazione di una sensazione (brutta). La cosa è risultata più funny di quanto fosse, ma nonostante ciò io mi sento in colpa e ho scritto un odiosissimo messaggio di scuse.
Ma che cosa avrei dovuto fare?
L'olandese troppo vicino io che scappo. Tutti ridevano e credevano ci stessimo divertendo. Io non mi divertivo affatto. Aiuto. Sulla porta che chiedo aiuto a Filippo. Che ridere, però, io che non ho mai un pretendente quando ce l'ho fi fa proprio schifo, senza mezzi termini, detto fuori dai denti!
Erwin è un grande, ma queste sere qui mi fanno soffocare.
Per non parlare dell'asso piglia tutto che mi sta particolarmente antipatico e stasera mi ha ripetutamente tarmato.
Mi è sembrato un incubo. Non so le figone come facciano, poverine, che le tarmano tutti tutti. Io mi sono rotta e disperata (realmente: ero davvero preoccupata) dopo uno soltanto.
Ecco torna il mio coinquilino logorroico. Per fortuna sono già pronta per le lenzuola. Ci manca solo questo appiccicoso stasera e ho fatto 100.

Mi preoccupano le persone quando mi danno queste brutte sensazioni di gabbia, di afa.

Stamattina mi sono pure scottata col tostapane che imprime le faccine sul pane, ma che, nonostante sia una cagata simpatica, mi ha lasciato un bel segno che ancora brucia. Spero non nasca l'ennesima cicatrice.

A distanza di una settimana sensazioni diametralmente opposte con composizione simile, invitati alla festa a parte.
Vita, nonostante le strane fobie in piscina e il fatto che mi porti sfiga, è una saggiona!
Incrociamo le dita per domani. Mi tirerei volentieri indietro: ritirerei l'invito a venire con me e andrei da sola a trovare lo Tsunami e le chickens good only for buillon!

20 aprile 2008

visualizing an afternoon walk through Verona

Vorrei essere a Verona: farei una passeggiata fino a piazza erbe ma passando da via san vitale, piazza isolo, teatro romano e ponte pietra. Mi prenderei un cono alla cannella alla gelateria e scenderei fino al maffei. Forse invece passerei per la zona duomo e mi fermerei a guardare i balconi fioriti della capitolare. Sbucherei in piazza erbe dal vicoletto tra l’edicola e il negozio della lacoste. Forse andrei fino a porta borsari e attraverserei il ponte che mi ricorda paolo di vicenza e la chiaretta e da quel lato dell’adige arriverei fino all’arsenale, passando per il cortile della clinica dove papà ha fatto la prima visita per il ginocchio.

Ecco. Da lì salirei il ponte di castelvecchio, darei uno sguardo giù tra le coppiette che si sbaciucchiano appiccicose di gelato e me ne scenderei per via roma. Non tornerei indietro per via mazzini.credo preferirei passare dietro l’arena e poi inoltrarmi in quartiere filippini. Stupendo. Un occhiata all’adige da quella specie di complesso commerciale che c’è lì e poi ponte navi, via delle passere e casa.

Sapevo mi piacesse. Ma sono proprio innamorata.

19 aprile 2008

imbriaga at 3 o'clock.

Torno a casa ubriaca. È una vita che non lo faccio. Sono le tre. Qui non è facile ubriacarsi per me che sono allergica alla birra. Stasera con quattro bicchieri di vino sono andata. Sono uscita coi miei fratelli brasiliani. Non riesco ad immaginarmene uno senza l’altro. Di Erwin potrei innamorarmi perché è un grande, perché quando parla di matematica impazzisco. Perché abbiamo lo stesso problema: sogniamo la felicità e non abbiamo ancora capito che quello che sogniamo è nel mondo delle idee e non nel mondo reale. Nel mondo reale non si sogna, si vive. La vita è stupenda, ma è altro dal sogno. Mi hanno invitata a stare con loro questo week end a Maastriccht, quindi dai parenti. Ho rifiutato. Sarebbe stato bello. Erwin e Eric sono come Fiipo e Pier, ma senza il fatto che mi piace Pier.

È questo il mio problema. Non smetto di pensare a Pier un secondo, nemmeno quando vado in bagno. È terribile. E so che non è realtà. Come faccio? Non sono capace di ricordarmelo. È solo un sogno. Winning a battle, loosing a war. Non sto nemmeno vincendo la battaglia.

Il ritorno in bici mi è sembrato troppo corto. Un sacco di Politie in giro e io senza luci. Poco importa. La poltie mi fa sentire sicura. Per allungare il giro faccio mezzo isolato perché davvero avrai pedalato fino a Den Haag.

Posso assicurare che l’alcol è peggio della marijuana. Con una canna, anche con due, avrei avuto molta più capacità di governare la bici.

Penso ai miei due fratelli: sticky Erwin (perché stasera doveva ancora farsi la doccia) e hunting (perché caccia davvero) Eric. Se non ci fossero? Non so immaginarne uno senza il fratello.

Ho pseudo rimorchiato un olandesotto con gravi problemi comportamentali. Mille tic quando parla. D’altra parte è un collega matematico di Erwin. Aggiungici che è frustrato. Si chiama (controllo sul cell) Arjen.

Di Erwin sarebbe facile innamorarsi. Il fratello grande e responsabile. È quello che assomiglia a me con la stessa passione. Too easy.

Stop.

Go to bed.

Che peccato ave detto di no per Maastricht.

18 aprile 2008

ciclo, futuro incerto, nessun amore

Oggi sono proprio no.

Aspetto che passi il tempo e quando passa mi sembra non sia mai passato.

È la luce (tanta e tanto a lungo) che mi fa sentire in colpa se finisco le mie giornate troppo presto.

Al lavoro un sacco di aziende sembrano avere problemi, tante chiudono, alcuni dicono che siamo presi così male che ci chiude i ponti anche la Grecia. Noi che siamo nel G8, che abbiamo partecipato a due guerre mondiali (sarebbe bello potersene dimenticare), noi che siamo usciti dalla dittatura come da descrizione dei libri di storia nel 45 (ma se guardi bene non ne siamo mai davvero, solo a tratti), noi che siamo il paese più bello d’Europa.

Ceste.

Oggi al lavoro due cose: “avremmo bisogno di 5 anni di mussolini e poi ricominciare da zero” e la disquisizione sull’architettura di Rotterdam con un pensionato vicentino ancora aggrappato alla poltrona… finita con un “a me le cosce delle donne piacciono tanto!”.

Vabbè, almeno mi diverto. Poco, se poi salgo in treno e mi dispero per quello che dicono, per quello che mi scrive mia sorella e per quello che voglio fare/ devo fare/ farò.

Scopro che sono portata per questo lavoro. A parte quando la gente parla troppo e io non sono capace di tenere le redini dell’intervista. Mi piace parlare con la gente e mi piace farmi rispettare dalle centraliniste zoccole. Quelle zoccole sono giovani. Tra le giovani ci sono anche quelle da flebo, che ti fanno pena. Quelle vecchie sono zoccole incallite, anzi zoccoli proprio. A queste mi piace dire che sono maleducate.

Poi ci sono gli uomini centralinisti. Pratici. Quelli oltre i 45 “fiabano”, ma alla fine sanno essere ragionevoli.

Ho distrutto il puzzle che avevo iniziato: troppo comodo passarci il tempo e dimenticarmi di tutto il resto.

Mi sento giù. Ho il ciclo, non riesco ad andare in piscina, devo uscire, non troverò mai un lavoro in italia (ammesso che capisca cosa e come) e non mi vuole nessuno.

Che coglioni.

Vorrei risolvere tutto con una manciata di polverina magica, due parole in latino e il mondo che si trasforma da Magamagò in Merlino.

E poi da Merlino di nuovo la tavola rotonda, ancora pace, fratellanza, fiducia, serenità, rispetto e, soprattutto, GIUSTIZIA.

Poi non deve arrivare nessun Voldemort o chicchessia a distruggermi le uova nel paniere. Per una volta che vada come dico io.

17 aprile 2008

15 aprile 2008

Oggi proprio... Niente.

Notavo ieri sera come durante una googolata per immagini astrusa, tipo CIL V e un po' di numeri, e gli archeologi mi capiranno, immancabile salti sempre fuori la foto amatoriale del gatto di casa, cicconissimo, del Minnesota. Mi fa sempre tenerezza, sto fenomeno. Il gattone erroneamente interpellato ti guarda di sghimbescio, stravaccato, e tu dimetichi tutta la foga ricercatrice e le cazzate romane, e vezzeggi l'americano felino evocato dalla rete.

Vorrei la smettesse di piovere. Ora capisco il Panda olandese. Capisco i vetri appannati e i gatti scontrosi. Ma forse non smetterà mai più, alla faccia del Corvo, e una coltre di grigiore e schifezza coprirà quest'oggi vomitoso. Accendere la tele è un suicidio. Se Ande ieri è andato a letto alle undici, è un fatto più che grave. Buffo (oggi mi suona tutto buffo, l'ironia non mi abbandona, meno male) il ricordo delle elezioni del 2006, stessa scena, circa. Meno suspence, stavolta non c'era la Nexus (che resta una cucina ikea, basta e avanza) Io qui e lui lì, stesso schifo, stesso smarrimento. Si può dire che condivida con lui le sconfitte elettorali.

Poi mi scrive la Ale: "sono stufa di vederti sempre triste" e io mi sciolgo all'irresistibile scioglievolezza di una mamma così tenera, chissà come avrà reagito alla mia risposta Luisiana condita da dinamicità esplosiva da malata di mente...
Mi piace Angelica, mi piace perché la so far ridere e perché si vede che le sto simpatica. Mica può far finta. No?

Oggi proprio... Niente, non c'ho voglia di fare un benemerito. Nemmeno andare all'ikea. Domani. Domani. Dov'è la mia genialità? Ho perso i miei poteri, forse è la pioggia. Da tanto non mi mettevo alla prova, mi sento molliccia. La mente, il corpo è una realtà oggettiva... intendevo la mente, senso figurato. Vorrei cose impossibili...
Vorrei che zia Antima si alzasse dal letto, forte, sorridente e guarita. Non ci raccontano anche di peggio di un tale che era bell'e morto? Perché non può succedere a lei? Semplice, perché sono tutte storielle, sono le favole della buonanotte. E in effetti se pensi a una situazione simile, forse ti aiuterebbe avere una fittizia fonte di speranza, magari saresti più attivo e forte. Mia mamma non ce l'ha. Io ancora meno. Possiamo essere solo basite, sconcertate e schiacciate da una cosa simile. Mille domande inutili. Rabbia. Oblio. Nessuna spiegazione.

Mi chiede se lo considero veramente così negativo. Non ho voglia di rispondere, cosa rispondo? Si, per stare meglio io? No, per far star meglio lui? Mi sento una gatto che gioca col topo e non voglio giocare coi sentimenti di nessuno. Nemmeno quelli di un topo che a tratti fa il pittbull. Io sono fragile, ma è un periodo e passerà. Lui è molto più fragile di me e mi viene da proteggerlo, anche mentre mi fa del male. Sono pazza. Lo so.

le parole sono importanti

Nella tua vita non c'è traccia di me. Solo pochi avanzi, dettagli insignificanti rimasti casualmente oltre la soglia della tua consapevolezza. Ecco perché per capire qualcosa di me vieni a frugare qui. Ti sono stata accanto più di un anno e non ci hai capito niente (o non ti è mai premuto farlo), ora a cosa ti serve? Ma non è colpa tua. Non è colpa di nessuno. Siamo solo diversi. Ogni parvenza di avvicinamento era una bugia che raccontavi sia a te che a me. La verità viene fuori come uno sputo, come un sibilo, quando ormai mi ero convinta del contrario. Forse nemmeno io conosco te. Ecco. Leggi anche questo.
E' così ridicolo, mi sento così meschina... Non ho voglia di rispondere. Sto in silenzio e basta. Sembra una gara fra me e te, dove io ti porto prove che avvalorano la mia tesi e tu le confuti una ad una, con lucido rigore scientifico.
Ma non c'è una giuria e nessuno può obiettare l'assurdità di tutto questo. E soprattutto restano lacune, restano foschie che puntuali si addensano in pochi giorni, e tutto si ripete, sempre uguale, sempre le stesse parole.
Sono stanca di tentare di spiegarti perché sto male, non vuoi capire, o forse davvero non riusciresti a fare diversamente. Riconosco i tuoi limiti, la tua incapacità di vedere le cose da un punto di vista diverso dal tuo. La tua intolleranza e la spietatezza con cui radi al suolo quello che non ti piace. La tua mancanza di sensibilità, involontaria forse. Dici di aver trovato la felicità, sei finalmente concentrato su te stesso, ti credo. La tua vita è esclusivamente in funzione di te. Non esiste nient'altro di importante come te. Ecco perché non puoi capire me o certe situazioni che sto vivendo, e sono sicurissima che non le capirai mai.

EVA 22 - PIPPA BACCA