Ascolto Miles Davis. Colpa di un film guardato per imparare l’inglese.
Potrei innamorarmi in questo istante, ma non ci sono che io nella mia isola blu.
Ogni tanto, anche spesso se capita, faccio vita sana. È bello. E mi piace sbadigliare senza il terrore di non avere il tempo per dormire.
Quando ero piccola svegliavo i miei la domenica mattina. Ora non vorrei mai dovermi alzare dal letto.
Domani vado a comprarmi il funghetto da camera. Blu o giallo? Rosso lo regalo.
Che colore?
La stanza è blu. Sarebbe ridondante?
Giallo bello luminoso. O rosso, come quelli che non si possono mangiare?
Li prendo tutti e tre. So già a chi regalarli. Uno ha la passione per i funghetti, l’altra compie gli anni.
Potrei davvero innamorarmi stasera, ora. Uau. It never entered my mind.
Non c’è nessuno: posso innamorarmi di una fantasia senza volto. Sono io a scegliere la voce e i capelli. Come le figurine di carta di quando ero bambina.
Gli metterei gli occhiali.. ma forse no. Senza, via.
Ha le mani da curare perché gliela metto io la crema. I piedi grandi.
Gli scrivo messaggi con le parole di Montale.
Non sa rispondermi, ma si sente e si vede che ad ogni mio messaggio gli sboccia un tulipano in petto.
Come un fiore lo vorrei. Chiuso finché non appare il suo sole. Non un girasole, però, troppo.
Asfodeli. Sono già sbocciati lungo le piste ciclabili, tra l’università e il canale.
Pioggia il mattino, sole la sera.
Lui sarebbe il sole tutto il giorno. La camicia di bucato, la maglietta di cotone plurilavata il fine settimana.
La giacca, ovvio, il casco sotto braccio. Forse la bici, ma seria.
Marrone, verde militare, sabbia, cachi. Cacciatore non di farfalle, ma di foglie d’autunno.
Autunno a New York. Estate a Knosso.
Labirinti per perdersi. Attorcigliarci ad un filo e riscontrarci.
Oggi ho capito che se scavo posso portare alla luce della forza di volontà. Non è pesante scavare. Quello che mi risulta difficile è mettermici.
Oroscopo fatto da me, Acquario.